sabato 26 novembre 2011

Luca Mercalli a Cesena per la settimana europea della riduzione dei rifiuti


Nell'ultima penultima settimana di Novembre si tiene come di consueto la SERR, Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti, che vede molti comuni italiani impegnarsi concretamente nella promozione di politiche orientate alla riduzione dei rifiuti alla fonte. Quest'anno a Cesena abbiamo avuto per l'occasione un ospite di assoluta eccezione, Luca Mercalli, meteorologo e studioso dei cambiamenti climatici, volto noto della TV per le sue frequenti partecipazioni alla trasmissione "Che Tempo che Fa" di Fabio Fazio. 

Il 25 novembre scorso Lia Montalti, assessore alla sostenibilità ambientale di Cesena, in una sala comunale davvero gremita di gente, ha brillantemente introdotto una gran bella serata informativa presentando io riduco, progetto europeo di cui il comune di Cesena è capofila. 

L'occasione era anche quella di premiare le associazioni che hanno preso parte al progetto Differenziamoci, a cui anche il Miz ha partecipato sul versante dell'informazione con il ciclo di incontri Non siamo nati per rifiutare, che ha introdotto nel quartiere Oltresavio di Cesena la raccolta differenziata porta a porta. 

A Cesena si producono troppi rifiuti, ben oltre 700 kg pro capite all'anno, ma non è solo responsabilità del cittadino, un intero sistema economico orientato al profitto ci inonda di beni composti dai materiali più strani, proposti in forme difficili da riciclare, riusare, riparare, differenziare. Occorrono serie politiche di riduzione alla fonte che passano necessariamente da leggi che tassano pesantemente o vietano la realizzazione di prodotti che non contemplano un efficace sistema di riciclo a fine vita.

Mercalli ci spiega che riciclare bene è necessario ma non basta, specialmente in un mondo finito dove fin nell'angolo più remoto si estraggono risorse spesso non rinnovabili. Servono davvero azioni drastiche alla fonte. Quello delle risorse finite è un problema enorme, che fa impallidire qualsiasi altro, perché incide direttamente su ciò che realmente interessa al genere umano e alle future generazioni, una migliore qualità della vita, sostenibile nel tempo, espressa in una comunità resiliente ai cambiamenti.

Consumi insostenibili, petrolio in esaurimento, problema energetico, climatico, alimentare, economico, tutto si fonde in un inestricabile gomitolo, dove in discussione sono oggi i modelli stessi che ci hanno portato, in pochissimi anni, una grande crescita, soddisfacimento dei bisogni primari, salute e prosperità diffusa, ma a un costo che oggi non vogliamo vedere e che pagheranno duramente le generazioni future.

Nel nostro sistema economico votato alla crescita infinita (con consumi di risorse conseguenti), abbiamo infatti privatizzato i tanti benefici, ma al contempo ne abbiamo socializzato i costi, nessuno pagherà oggi per i danni prodotti dai cambiamenti climatici, l'inquinamento dell'acqua che beviamo, dell'aria che respiriamo, del cibo che mangiamo. Sono costi socializzati, cioè di tutti, mentre i profitti sono alla fine appannaggio solo dei pochi fortunati che dispongono della maggior parte delle risorse economiche e fossili del pianeta.

Non è solo il nostro benessere ad essere a rischio, ma l'equilibrio complessivo di un sistema composto da 7 miliardi di esseri umani, che desiderano avviarsi in massa verso consumi di livello occidentale, cosa purtroppo impossibile in quanto le risorse semplicemente non sono sufficienti per tutti, e senza un cambiamento di rotta ci aspetta un inevitabile collasso (con conseguente diminuzione della popolazione fino a ritornare nell'alveo della sostenibilità).

Che fare allora ? Il suggerimento di Mercalli è cominciare da se stessi, riscoprendo il senso del limite, orientandosi verso l'autosufficienza alimentare ed energetica, investendo sulla cultura e sulla conoscenza, utilizzando l'economia solo per quello che è, uno strumento per lo scambio reciproco di beni durevoli. 

Non so se scherzando o meno, Mercalli sostiene anche che qualche risorsa dovrà essere necessariamente destinata alla protezione personale e alle armi, non tanto per conquistare risorse altrui ma soprattutto per difendere le proprie, poiché quando la crisi si farà drammatica, chi ha raggiunto un certo grado di autosufficienza rischierà di essere assalito da coloro che nel frattempo si sono lasciati cogliere impreparati.

Pertanto, occorre fin da subito fare proprio il titolo del suo ultimo libro: prepariamoci.

mercoledì 16 novembre 2011

Corrado Clini nuovo ministro dell'ambiente

Come correttamente pronosticato ieri da EcoBlog, sarà Corrado Clini il nuovo ministro dell'ambiente nominato da Mario Monti, in sostituzione della dimissionaria Stefania Prestigiacomo, più nota per le sue sortite in mercedes piuttosto che per un reale impegno a favore della sostenibilità ambientale.

Chi è dunque Corrado Clini ? Quale sarà il suo mandato principale ?

Innanzitutto, il suo curriculum vitae (di tutto rispetto) ne delinea una figura tecnica e competente, anche in virtù delle numerose collaborazioni che può vantare in passato con ONU, Agenzia europea dell'ambiente, e lo stesso ministero dell'ambiente italiano, del quale è stato direttore generale nei lontani anni 90'.

Quando si trattò di ratificare nel 2007 gli accordi europei che imponevano la riduzione della produzione di anidride carbonica, l'Italia si mise un po di traverso tentando di negoziare il minimo intervento possibile, Corrado Clini (negoziatore climatico per l'Italia) era dell'opinione che questo percorso andasse compiuto ma senza eccessiva burocratizzazione e senza soluzioni uguali per tutti, come risulta da questa intervista video molto interessante resa a repubblica tv.

Un tecnico puro abituato ai tavoli internazionali e un conoscitore profondo delle leggi comunitarie in materia, specialmente riguardo ai cambiamenti climatici, ma vittima (come del resto gran parte dei burocrati di stampo europeo) di quel vizio di "sviluppismo ottimista" che lo porta ad esempio ad essere un grosso sostenitore dell'utilizzo dei biocarburanti (che scopriamo oggi essere una pessima idea), nonchè delle tecniche CCS (Carbon Capture and Storage) per ripulire gli impianti esistenti a carbone (il famigerato carbone pulito).

Votato all'ecologia, all'economia, ma anche alla crescita a tutti i costi, dimostrandosi fin troppo sensibile alla facile argomentazione per cui, dato che le economie emergenti continueranno ad inquinare allegramente, tanto vale non essere troppo ligi con il protocollo di kyoto, se ciò rappresentasse un freno per lo sviluppo dell'Europa.

Nel frattempo, il super manager Corrado Passera è stato nominato ministro sia dello sviluppo economico che delle infrastrutture, e questo la dice lunga sulla volontà dell'Italia guidata da Mario Monti di proseguire sulla strada dello sviluppo delle grandi infrastrutture, in primis temo l'inutile e imbarazzante TAV in val di susa.


Update: Dopo aver valutato le sue esternazioni qui, qui e qui, mi sono reso conto che il neo ministro Clini sta alla tutela dell'ambiente come lo strabismo sta a polifemo ... solo che essendo un professionista competente è potenzialmente in grado di compiere molti più danni.

venerdì 4 novembre 2011

Il colpevole sono io


Questa lettera è stata inviata recentemente al presidente Giorgio Napolitano da parte di un assessore di un piccolo comune del Torinese (Sant'Ambrogio) a seguito delle devastanti alluvioni che si sono verificate in Liguria nelle scorse settimane. Vale qualche riflessione.


Egregio Sig. presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
sono un amministratore comunale di un piccolo paese all’imbocco della Valle di Susa in Piemonte e le scrivo in merito alle sue dichiarazioni che ho avuto modo di leggere in merito alla disastrosa alluvione che ha colpito il levante ligure e la lunigiana. Lei attribuisce i morti ai cambiamenti climatici. Purtroppo non sono d’ accordo con Lei.
Il responsabile di quella tragedia sono io: amministratore, cittadino italiano nonché elettore.
Sono io amministratore quando sono costretto ad ampliare le aree edificabili e quindi a cementificare il territorio che non è più in grado di assorbire l’acqua piovana che così 'scivola' altrove, per poter incassare oneri di urbanizzazione e quindi mantenere sano il bilancio del Comune.
Quando non so urlare abbastanza la mia rabbia per i soldi che mancano per le piccole cose: mantenere puliti i canali, i torrenti di montagna, mettere in sicurezza gli argini, monitorare le frane ma che miracolosamente piovono dal cielo per le grandi, grandissime opere.
Quando imploro l’aiuto dei volontari della protezione civile che sostituiscono le gravi lacune delle Istituzioni pubbliche anziché pretendere con ancora maggior forza (se mai fosse possibile) i fondi necessari.
Quando i fondi me li procuro, ma con gli oneri di urbanizzazione creando così un circolo viziato senza fine.
Sono io cittadino italiano quando per pigrizia, disinformazione, troppa fiducia nei miei rappresentanti evito la partecipazione diretta, la cittadinanza attiva e lascio che presunte “scelte strategiche” quali TAV, ponte sullo stretto, rigassificatori, inceneritori sottraggano denaro alla manutenzione del territorio, delle sponde dei fiumi, alla messa in sicurezza delle scuole, alle energie alternative, tutte cose che  creerebbero moltissimi posti di lavoro immediati e diffusi su tutto il territorio nazionale, ma soprattutto controllabili dagli enti locali e non fagocitati dalle scatole cinesi del General contractor o peggio dalla criminalità organizzata.
Quando non faccio sentire la mia voce, quando resto a casa perché macinare km in un corteo è faticoso, rischioso o peggio sconsigliato a parteciparvi dagli stessi politici (se non sono stati loro a organizzarlo e promuoverlo!) o peggio ancora perché minacciato di essere “radiato” dal mio partito di riferimento se vi partecipo.
Sono io elettore, il responsabile, quando non vigilo sull’operato degli eletti, non li stimolo, controllo, quando dopo aver espresso il mio voto delego ad altri in toto e mi allontano per 5 anni (o quanto dura la legislatura) dalla cosa pubblica, dalla vita associativa, dal volontariato.
Quando mi lascio: abbindolare dai media e fatico a farmi una mia opinione, terrorizzare dal voto utile (per non lasciare il paese in mano alle destre dicono gli uni o alle sinistre dicono gli altri), ingannare dagli apparentamenti di coloro che parenti stretti non potranno mai esserlo.
Quando non mi accorgo che miliardi di euro vengono impegnati e promessi nei programmi elettorali  per l’acquisto di aerei da combattimento (ma l’Italia non ripudia la guerra?) o per un inutile buco in valle di Susa mentre una dopo l’ altra le regioni italiane si sgretolano sotto frane, alluvioni, terremoti (non sempre così intensi rispetto ai danni arrecati anche agli edifici pubblici che dovrebbero essere i più sicuri).
In una democrazia 'imperfetta' quale la nostra, la responsabilità è sempre mia, cioè di tutti i cittadini che liberamente e senza condizionamenti dovrebbero scegliere il meglio. Secondo me  i cambiamenti climatici, purtroppo, non c’entrano o c’entrano poco.
Non so se questa lettera giungerà a destinazione, sicuramente arriverà nelle mani di chi la giudicherà inopportuna, infarcita di demagogia e populismo sostenendo che il Presidente della Repubblica ha sempre ragione. Io posso solo immaginare i motivi profondi della sua dichiarazione in cui cita i cambiamenti climatici come responsabili della disastrosa ultima alluvione. In questo caso è da ringraziare, per la sua prudenza e grande senso di responsabilità.
La saluto cordialmente.
Mauro Galliano, Assessore Comune di Sant’Ambrogio di Torino (valle di Susa), Comune di 8,59 kmq. con 4.843 abitanti

Fonte: Il Cambiamento