mercoledì 6 gennaio 2010

Il pollo di trilussa e le fonti energetiche intermittenti


Viene genericamente indicato come Pollo di Trilussa quel concetto secondo il quale attribuire in statistica un "valore medio" equivale a perdere informazione e a non dire realmente alcunchè di significativo. La questione potrebbe essere secondaria ma invece non lo è, come anche dice Jovanotti in Penelope, traccia n°7 del 16° album di jovanotti "Buon Sangue":

Se io mangio due polli e tu nessuno statisticamente noi ne abbiam mangiato uno per uno!

Analogamente, come dice beffardo Des McHale, «l’umano medio ha una mammella e un testicolo». Più seriamente Aldous Huxley ci ha insegnato che «nella vita reale non c’è alcun uomo medio». La media, comunque calcolata, è un concetto astratto. Una delle poche certezze assolute della statistica è che ciò che è “medio” in realtà non esiste.

Ovviamente quanto citato sopra l'ho fatto perchè avevo in mente un motivo preciso, che è analizzare una critica ricorrente che si rivolge alle tecnologie energetiche rinnovabili, che utilizzano proprio il concetto di "media" per misurare le relative performance produttive.

Un impianto solare, è cosa risaputa, funziona solamente quando c'è il sole, un impianto eolico quando c'è il vento, altri quando ci sono le maree, correnti marine sotterranee, invasi pieni d'acqua, etc.

I detrattori delle energie rinnovabili citano spesso il paradosso del "pollo di trilussa" per evidenziare il fatto che la produttività media di tali impianti, ammesso di non disporre di sufficiente capacità di accumulo, tende ad essere fuorviante rispetto alla reale disponibilità della risorsa, un po come il pollo di giovanotti, dove di momento in momento qualcuno potrà gustarsi il pollo intero, e altri no (perchè non c'è sole o vento), ma in media sarebbe toccato un mezzo pollo a testa.

Ebbene, se io mangio tipicamente solo mezzo pollo "elettrico" (perchè questi sono i miei consumi istantanei), cosa me ne faccio di un pollo intero per qualche ora al giorno e di niente per le rimanenti ? Non utilizzo bene tutta la risorsa! Anche se potrei utilizzarla esattamente per quanto mi servirebbe in media.

Per contrastare questo "paradosso del pollo" o del valore medio che dir si voglia, é necessario un semplice stratagemma, un sistema di interconnessione su larga scala per veicolare le eccedenze la dove mi servono. Solo in quel caso posso dire che la mancanza di sole quì ora mi sarà compensata dalla presenza di vento la in olanda, e viceversa. Più è larga e capillare questa interconnessione, più il mio consumo sarà soddisfatto dalla energia media prodotta.

E' esattamente quanto stanno tentando di fare i paesi che si affacciano nel mare del nord, con il progetto Europa unita dell'energia. Non è cosa da poco, interconnettere tutti i pannelli solari tedeschi con i mulini a vento olandesi e con l'idroelettrico svedese, per un totale di 100GW di potenza interconnessa. Un colossale investimento di miliardi di euro. L'obiettivo ambizioso è arrivare a interconnettere dai freddi paesi del nord al Desertec in costruzione nel sahara, la più grande centrale solare del mondo (sito italiano).

Questo investimento sarebbe completamente ingiustificato nell'ottica di una produzione centralizzata di energia da fonti tradizionali (compreso il nucleare), mentre diventa indispensabile per garantire alle vetuste reti elettriche nazionali l'iniezione di rilevanti quote di energie rinnovabili intermittenti. Ne verrebbe fuori una sorta di nuova internet dell'energia, basata interamente sul mutuo bilanciamento di carico fra le sole fonti rinnovabili.

Se avessi qualche miliardo di euro da spendere vorrei investirlo proprio li, e non in antidiluviane centrali nucleari nei paesi dell'est.

Leggi l'articolo su Repubblica: Europa unita dell'energia

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