mercoledì 9 dicembre 2009

Le rinnovabili costano troppo ? Allora non funzionano


Una delle critiche maggiormente rivolte alle fonti energetiche rinnovabili è che costano troppo e sono troppo inefficienti, il vento non tira sempre, il sole non è sempre disponibile, l'Italia consuma annualmente almeno 337TWh di energia elettrica (dati Terna), pertanto le rinnovabili saranno relegate a coprire solo una fetta insignificante del fabbisogno (0.4% per il solo fotovoltaico), quindi non funzionano. Se l'Italia dovesse andare tutta a rinnovabili, i costi sarebbero oggi proibitivi. Per il fotovoltaico siamo ad appena 700MW installati, in totale, decisamente pochino, quindi è la tecnologia che funziona male ?

Dire che qualcosa funziona o non funziona solo perché economicamente conveniente oggi oppure no, è ovviamente una fesseria. La fotoseintesi clorofilliana ad esempio ha una efficienza inferiore all 1%, le piante non vanno nemmeno a riscuotere i proventi del “conto energia”, eppure funzionano benissimo.

I pannelli solari (non termici, quelli sono un altra cosa) hanno efficienza media che oggi arriva al 13% comodo comodo, 15% e oltre usando materiale monocristallino, con esperimenti su tecnologie multigiunzione (che utilizzano uno spettro solare più ampio) che arrivano ad oltre il 30% di efficienza!

L’efficienza di una autovettura nel bruciare gasolio arriva si e no al 15% !!! Ne dobbiamo quindi dedurre che costruire automobili per consentire la mobilità personale a tutto il mondo è una sciocchezza dal punto di vista economico e che meglio sarebbe andare a piedi, in bicicletta, o fare solo auto elettriche, certamente enormemente più efficienti (e meno inquinanti) ?

Il nocciolo della questione è che esporre considerazioni economiche oggi per decidere se una tecnologia è capace di darci benessere in futuro oppure no è un puro non-senso. Fra venti o trenta anni, solo gli sceicchi potranno permettersi petrolio, uranio, gas naturale (e forse neppure loro), pertanto non appare esserci altra scelta, a meno di arroccarsi in fantomatiche prospettive di ripresa estrattiva dei prodotti petroliferi.

Le banconote sono un combustibile molto inefficiente, bruciate in un falo, ma utilizzate per creare una nuova infrastruttura mondiale per renderci indipendenti dalle fonti fossili sono BEN SPESI. Anche se avessero un ritorno economico EROI di 30 anni. Semplicemente non c'è altra alternativa se non questa, spendere ogni risorsa di oggi per l'infrastruttura energetica del futuro basata su fonti rinnovabili distribuite e su reti elettriche intelligenti (scambio di energia con i vicini).

Se esiste un altra alternativa, qual'è ? Il costosissimo nucleare a fissione di III generazione ? Ponti sullo stretto ? Tav ? Inceneritori ? Ulteriori cementificazioni del territorio ? Sono tutte favole senza futuro, dopo che saranno state costruite (a debito pubblico nella maggioranza dei casi) assai probabilmente ne assisteremo alla loro sgretolazione per mancanza di manutenzione. Si può investire oggi solo in ciò che è conosciuto e previsto utile per domani, oggi sono le tecnologie rinnovabili, domani forse il nucleare a fusione, chissà, l'importante è avere già da oggi una strategia che preveda seriamente cosa ci servirà davvero domani, e non sarà certo io credo un nuovo ponte.

Dite che con le rinnovabili si potrà coprire al massimo un 10% del fabbisogno mondiale ? Bene, il problema diventa il fabbisogno mondiale, significa che, se non vogliamo radere a zero il pianeta terra come fosse una immensa isola di pasqua, dovremo abituarci tutti a consumare il 10% di oggi, così come avveniva una cinquantina di anni fa, dove il solo idroelettrico bastava e avanzava per le necessità dell’Italia.


Quindi, basta parlare di ponti fra regioni che non hanno nemmeno un sistema ferroviario decente, ci serve ricerca e sviluppo in campo energetico, come avviene in Germania, che grazie a questi investimenti già oggi è riuscita a raggiungere e superare gli obiettivi di Kyoto, e parte con il piede giusto per quelli in corso di Copenhagen.

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