lunedì 29 giugno 2009

Teleriscaldamento o Teleimbonimento ?

Leggete prima per cortesia questo articolo per capire cosa sta bollendo nella pentola di Hera a Forlì. Non è una novità che le multi-utility da tempo propongano e sponsorizzino le virtù taumaturgiche di un sistema che punta ad unire il risparmio energetico con la tutela ambientale, questo sistema si chiama Teleriscaldamento (TLR). Fausto Ferraresi, direttore della divisione Teleriscaldamento di Hera, ha recentemente dichiarato l'esistenza di nuove strategie per ampliare il teleriscaldamento nella città di Forlì, coinvolgendo la zona del Ronco a nord di Forlimpopoli.

E' bene capire come si muovono queste ex-municipalizzate, oggi divenute grandi s.p.a. e quotate alla borsa valori, da queste aziende infatti può dipendere non poco delle nostre esistenze: elettricità, riscaldamento, acqua, gestione rifiuti ed anche telecomunicazioni. L'ultima occasione d'oro per rinverdire i loro portafogli (in tutti i sensi) è rappresentata dal teleriscaldamento, da sempre benedetto presso talune associazioni ambientaliste come la panacea del risparmio energetico e del vantaggio ecologico per eccellenza.

Questo è parzialmente vero ma non è tutta la verità, per lo meno a Forlì, dove il teleriscaldamento rappresenta una vera manna: si bruciano i rifiuti risparmiando sui costi di discarica ed il risultato è un fiume di acqua calda che scorre nelle viscere della città ed infine giunge al calorifero, riscaldando la casa dell'inquilino di periferia, che può così evitare di consumare l'inquinante (?!?) metano di città. Magari essendo inquilino di periferia il cittadino aveva già installato la sua "vecchia" caldaia a condensazione ad alto rendimento. Per i fautori del teleriscaldamento è comunque un progresso enorme: un sistema pratico, ecologico, economico, efficente, sostenibile. Ma per chi ?

Partiamo dal risparmio economico
Il cittadino con il teleriscaldamento non risparmia quasi nulla, perché ci sono delle tariffe base nazionali per le unità calore, che lo parificano di fatto al metano. Per lo Stato sono fondamentali le entrate fiscali sui carburanti, ed il maggiore utile se lo intasca l'azienda a discapito dello stato. Inoltre, con l'allaccio al teleriscaldamento e rimozione della "inutile caldaia" si può dire addio a qualsiasi pratica realmente sostenibile, come l'installazione di pannelli solari per l'acqua calda. In alcuni casi se il cittadino ci prova viene addirittura bastonato con richieste di indennizzi.

Si entra di fatto in un circolo di totale dipendenza, e la multi-utility ne gioisce non poco. Non è un mistero che alcune aziende potrebbero pensare di mandare direttamente al "bruciatore" anche rifiuti considerati "difficili", creando pesanti interrogativi sui prodotti della combustione di questi procedimenti (diossina?), dato che il servizio di teleriscaldamento non può essere interrotto per nessun motivo, specialmente in inverno. E d'estate poi ? dove la domanda di acqua calda è molto minore ma le bocche di fuoco non possono essere sottoalimentate ?

Concludiamo con l'inquinamento ambientale
Anche sul lato dell'inquinamento ambientale ci sono forti dubbi, siamo sicuri che il teleriscaldamento da termo-distruzione dei rifiuti sia meno inquinante di un equivalente bruciatore a metano ? Non solo il dubbio è lecito, ma è stato anche già misurato mettendo a confronto in uno studio del politecnico di Milano tre diversi inceneritori Italiani (Brescia, Milano, Bologna) rispetto a impianti termici equivalenti alimentati a pellet, gasolio e metano. Il risultato è sconcertante, dal punto di vista delle nanoparticelle i termoutilizzatori ne escono con le ossa rotte, dato che le particelle metalliche ultrafini che si formano (e che sono altamente dannose) vengono prodotte ad un ritmo almeno cinque volte superiore rispetto alle controparti a metano, in barba ai costosissimi e complicatissimi sistemi di trattamento fumi necessari per ripulire un combustibile inerentemente sporco e contaminato da metalli pesanti come il rifiuto urbano.

Quindi, se il teleriscaldamento è prodotto da rifiuti rappresenta solamente un pericolo potenziale per i cittadini, poichè gli impianti di generazione non possono essere dislocati fisicamente troppo lontani dall'utilizzatore finale, quindi non sono affatto un passo avanti verso una maggiore sostenibilità. Se prodotto da centrali a gas in cogenerazione hanno un senso esclusivamente per evitare le emissioni delle vetuste caldaie ad olio combustibile, che con una spesa significativamente minore potrebbero essere tutte comunque sostituite con caldaie a condensazione indipendenti, ed in futuro con pannelli solari termici. In ogni caso non rappresentano certamente una via per l'affrancamento dai combustibili fossili, anzi ne incrementano l'utilizzo. Le dispersioni nelle tubazioni infatti disperdono in media il 10% della energia termica trasportata, tanto più quanto le centrali si posizionano lontano dall'utilizzatore. Aggiungiamoci anche che le multi-utility hanno il difettuccio di farci pagare l'acqua calda di scarto come metano equivalente allo stato puro ed il Teleimbonimento è servito.

Buon Teleriscaldamento a tutti.

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