martedì 17 febbraio 2009

Intervista al presidente di Hera di Forli-Cesena Paolo Talamonti

Il 6 febbraio 2009, alcune persone del movimento consumatori di Forlì hanno intervistato Paolo Talamonti, presidente di Hera Forli-Cesena, principalmente sulla questione delle tariffe e della qualità dell'acqua. In particolare, si è fatto riferimento alle politiche di miscelazione, sulle quali esistono dubbi di trasparenza da parte del gestore. Credo che quanto afferma Talamonti sia molto interessante, alleghiamo pertanto ampi stralci dell'intervista, il cui testo originale potete trovare qui.

Presidente, i consumatori si lamentano delle tariffe dell’acqua a Forlì-Cesena (tra le più care d’Italia) e della qualità dell’acqua che è diversa da Comune a Comune.

Le contestazioni fatte più spesso alla nostra azienda sono queste:bollette elevate e acqua miscelata. Sono entrambe accuse prive di fondamento.

Soprattutto adesso, dal 1° gennaio 2009 infatti Hera ha ricevuto l’incarico da ATO1 di occuparsi solo della distribuzione dell’acqua e della raccolta e depurazione delle acque reflue. Questo diventa il nocciolo del servizio idrico integrato. In più Hera si occuperà della captazione e depurazione dell’acqua del sottosuolo.

Dal 1° gennaio si ha dunque un’azienda che possiede le fonti (Romagna Acque di intera proprietà dei Comuni) e un’azienda che distribuisce l’acqua (Hera, pro-tempore2. Noi siamo dunque solo i veicolatori dell’acqua. Cesserà finalmente la contesa che ci vede tirati in ballo sulla provenienza dell’acqua che riceveremo in punti di consegna prestabiliti alla quantità prestabilita dai Comuni. Noi ci occuperemo solo del trasferimento dell’acqua all’utente. Romagna Acque sarà il vostro nuovo interlocutore. Per quanto riguarda le tariffe, queste non le decide Hera ma ATO.

Mi scusi, ma ATO decide le tariffe sulla base di cosa?

Innanzitutto sulla base del servizio che deve essere remunerato (non lo era fino a 2-3 anni fa).Non si paga l’acqua - che è un bene pubblico - ma le spese del servizio che vanno rendicontate e controllate da ATO.

A ciò si aggiunge la quota parte di ammortamento degli investimenti chiesti sulla rete per opere di bonifica e di estensione.

Quel che chiedo è: come fa ATO a decidere come remunerare il servizio? Sarà Hera a dire quanto costa il servizio ad ATO.

Hera rendiconta le spese sostenute ad ATO che verifica, controlla.

Se poi non vuol credere che ATO controlli è un altro discorso, ma questo è il suo compito, verificare quanto rendicontiamo. Hera fa una rendicontazione seria e veritiera e ATO controlla.

Torniamo alle tariffe. Le due componenti delle tariffe sono dunque:

  1. il costo del servizio
  2. il costo degli investimenti

La ripartizione stessa è stabilita da ATO. Alcuni Comuni hanno deciso per tariffe agevolate, si tratta di una scelta politica in capo alle amministrazioni locali.

E poi non è vero che le tariffe a Forlì e Cesena sono le più care d’Italia, in alcune città d’Italia (Milano, Firenze) si paga di più, nella nostra regione a Ravenna si paga di più.

Per quanto riguarda gli investimenti Hera ha investito 70 milioni di euro negli ultimi 5 anni e nei prossimi 5 ne investirà altrettanti connessi soprattutto ai risanamenti (fognature e depurazione), investimenti che saranno rimborsati in quota parte da qui al 2023, quando scadrà l’appalto.

Cosa mi dice delle perdite che ammontano al 26%? L’anno scorso abbiamo rischiato il razionamento per la siccità, pensare che il 26% dell’acqua se ne va in perdite è un po’ irritante.

Per quanto riguarda le perdite il dato del 26% si riferisce alle perdite del Gruppo Hera. A Forlì sono solo del 18%. Bisogna poi distinguere tra perdite amministrative e fisiche. Le reali ammontano al 15% che è giudicato il massimo che in Italia si può sperare di raggiungere considerato che la media delle perdite è del 40%.

E delle tubature in cemento amianto? In due anni sono state ridotte solo di due punti percentuali.

Le tubature in cemento amianto, quelle le abbiamo ereditate dai Comuni che hanno scelto il cemento amianto piuttosto che altri materiali nel momento della costruzione delle tubature. Oggi ovviamente non lo si farebbe, ma via via che si rompono le sostituiamo. Consideri che le tubature sono ricoperte da uno strato di incrostazioni formatesi negli anni, incrostazioni che proteggono l’acqua nel passaggio lungo la rete. Le fibre di amianto sono pericolose se inalate. In ogni caso AUSL e ARPA ci hanno chiesto di monitorare se l’acqua presenta fibre di cemento amianto e le fibre non sono MAI state trovate.

Noi riceviamo dai Comuni le indicazioni su come e dove intervenire, le priorità dei Comuni di ATO ora sono altre: dobbiamo investire prioritariamente nei risanamenti

Ma parliamo della qualità dell’acqua. Ci piacerebbe poter rassicurare il consumatore sulla qualità dell’acqua del rubinetto anche per evitare alle famiglie - in momenti di crisi come quella attuale - di spendere soldi nell’acquisto di acqua minerale e di caraffe e sistemi filtranti che, oltre ad essere costosi, se non accuratamente puliti, possono addirittura peggiorare la qualità dell’acqua.

Se si bevesse acqua del rubinetto invece della minerale i consumatori risparmierebbero circa 250 euro l’anno, dai vostri calcoli.

Evitare l’acquisto di acque minerali significherebbe anche evitare tanto inquinamento derivante dai trasporti su gomma di tonnellate di bottiglie di plastica che, una volta svuotate, vanno ad aumentare il carico di rifiuti da smaltire. E’ un nonsenso, ma alimentato dalla scarsa fiducia nella bontà dell’acqua del rubinetto.

Negli ultimi tre anni l’acqua a Forlì e Cesena è molto migliorata. La riviera romagnola fino a dieci anni fa aveva un’acqua pessima, ora la sua acqua proviene al 100% da Ridracoli. Ma questo perché Cesenatico, per esempio, non ha fonti proprie utilizzabili. Dipende poi dallo stato delle reti. A Forlì, per esempio, non abbiamo un’unica rete ma un insieme di reti che sono state costruite nel tempo. In certe zone l’acqua era diversa rispetto a quella di altre, c’è una questione di conformazione del terreno, di pendenze. Abbiamo anche fatto studi dinamici sull’inversione del flusso delle acque. Da 3 anni la qualità dell’acqua di Forlì comunque è stata uniformata, abbiamo un monitoraggio completo della rete. L’acqua che entra nelle case di Forlì viene miscelata con quella della Diga a Monte Casale, poco distante dalla Diga. Poi stiamo costruendo un impianto di potabilizzazione a Cesena. Qui, rispetto a Forlì, l’acqua è più dura.

Mi allunga un foglio relativo al 2008 con le percentuali di miscelazione dell’acqua mese per mese a Forlì e a Cesena.

Ma se l’acqua è buona perché non trovate il modo per comunicarlo ai cittadini?Nel vostro sito web ci sono dati di un anno fa mentre i dati sulle emissioni dell’inceneritore sono aggiornati ogni mezz’ora e sono visibili anche dallo schermo touchscreen installato in Provincia. L’acqua è per noi importante quanto l’aria ed è importante che i dati siano aggiornati e soprattutto accessibili a tutti se si vuole che i cittadini consumino in modo veramente consapevole

Noi facciamo oltre 2000 prelievi di autocontrollo annui, ma non siamo tenuti a rendere i risultati pubblici. I nostri dati peraltro non dovrebbero aver importanza per voi, i dati ufficiali sono quelli di ARPA. Se lei va a comprare la carne chiede al macellaio se è di qualità? C’è l’AUSL che controlla.

Infatti gli scandali alimentari e le contraffazioni sono all’ordine del giorno…Ma perché questa differenza, scusi, tra i dati sull’aria e quelli sull’acqua? Anche i dati sulle emissioni sono dati di autocontrollo, anche per le emissioni i dati ufficiali dovrebbero provenire da ARPA.

E’ per un discorso di responsabilità sociale. Il nostro bilancio è certificato e ha ottenuto anche l’Oscar di Bilancio Società e Grandi Imprese per il 2007.

Anche per l’acqua dovrebbe valere lo stesso principio, altrimenti sono portata a pensare che per le emissioni si sia fatta un’operazione di immagine viste le polemiche che hanno infiammato Forlì per la costruzione del terzo inceneritore.

Ma i dati sull’acqua sono costanti. A cosa servirebbero? Dovrei poi avere una persona che mi aggiorna costantemente il sito con i dati di laboratorio. Comunque non si potrebbero avere dati aggiornati giornalmente, ci vogliono almeno 5 giorni per avere i risultati delle analisi.

Io personalmente bevo acqua di rubinetto per rispettare ll’ambiente, nonostante gli acquedotti siano cattivi comunicatori, Hera non si smentisce…

L’acqua del rubinetto è sicuramente più controllata delle acque minerali. Inoltre nelle minerali sono rilevati i parametri ma nulla si sa delle condizioni di imbottigliamento che influiscono molto sulla qualità dell’acqua, come la conservazione della stessa una volta imbottigliata.

Visto che l’acqua è un bene prezioso sarebbe bello che le amministrazioni locali, le scuole ecc. dessero il buon esempio e installassero tutti i frangigetto

Noi abbiamo regalato 144.000 kit frangigetto nel 2007 e fatto iniziative di vario genere soprattutto nelle scuole per educare le nuove generazioni al consumo responsabile. Ci sono associazioni che fanno queste cose? Certe associazioni ci contestano perché sono ideologizzate.

Dicendo questo mi allunga una serie di opuscoli informativi sulle buone pratiche

Beh sono iniziative lodevoli e apprezzabili, le associazione vorrebbero poter fare altrettanto ma non possiedono certo le risorse economiche di Hera.Poi diciamocelo,sono tutte iniziative che fanno parte di una strategia di costruzione del consenso intorno ad un’azienda che non riscuote fiducia nel territorio. Le iniziative inoltre testimoniano di uno sforzo dell’azienda ma non ci dicono nulla dell’impatto effettivo sui comportamenti quotidiani, del cambio di abitudini

Per ottenere questo ci vuole tempo e bisogna lavorare sulle nuove generazioni.

Su questo punto concordo

L’intervista finisce qui. Mi alzo, saluto e ringrazio per l’ora e mezza che il Presidente mi ha dedicato.

Mentre scendo le scale mi ricordo improvvisamente della domanda con cui avrei voluto chiudere l’intervista, ma che mi è rimasta nella penna: Ma lei, Presidente, beve acqua minerale o acqua del rubinetto?

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