venerdì 5 dicembre 2008

Intervista a Stefano Montanari, scienziato delle nano patologie

Stefano Montanari è uno scienziato italiano, ricercatore e studioso di nanopatologie. Risiede a Modena dove è direttore scientifico del laboratorio di ricerca modenese Nanodiagnostics, presieduto da sua moglie Antonietta Gatti (scopritrice delle nanopatologie). Redige un blog personale molto curato in cui si interessa non solo di scienza e ambiente ma anche di politica. E' fondatore di una lista civica nazionale che si chiama "Per il bene comune", con la quale si è presentato alle scorse elezioni, caratterizzata da una marcata impronta di carattere ambientale.


Dottor Montanari, cosa sono le nano patologie?

Le nanopatologie sono patologie indotte dall'ingresso di polveri estremamente sottili nell'organismo umano o animale. L'uomo le assimila, ad esempio, sotto forma di smog e di esalazioni (industriali e di inceneritori). La questione è rilevante perché queste sostanze conducono a cancro, infarto e ictus e si trasmettono da madre a feto.


Quando si parla di combustioni legate ai rifiuti è corretto parlare di termovalorizzatori?

No assolutamente no. Il termine termovalorizzatore non è corretto, è un'invenzione.Un inceneritore non valorizza nulla. Pensi che per ogni tonnellata di rifiuti che entra in un inceneritore ne vengono prodotte due sotto forma di ceneri, di gas ma anche sotto forma di acqua, ammoniaca, calce e bicarbonato. Non solo non si riducono i rifiuti ma il risultato della combustione è ancora più tossico di quanto è entrato. Il danno, capirà, non è solo per l'aria ma per tutto l'ambiente.


Qual è una alternativa possibile?

Dobbiamo partire dall'assunto che il rifiuto è un problema. Bisogna ragionare nell'ottica del minor danno. Sicuramente riduzione e recupero sono due attitudine corrette.Pensi che mandando in un inceneritore una bottiglia di plastica otteniamo, in energia, un centottantesimo di quella spesa per portare il prodotto finito sulla nostra tavola. I passaggi sono l'estrazione della materia prima, la lavorazione, l'imballaggio e la spedizione. Se io riuso solo una volta quella bottiglia faccio novanta volte meglio.


Ha parlato talvolta di gestione degli imballaggi. Cosa ne pensa?

Penso che siano uno spreco e come tali dovrebbero essere razionalizzati con leggi che li proibiscono o li limitano come succede già in Germania. In merito mi viene da pensare al Tetrapack. Un altro mito da sfatare è che può essere reciclato. Il tetrapack è costituito da quattro materiali saldati insieme. In teoria dovrei scinderli. Ammesso che fosse possibile sarebbe un grosso dispiego di tempo e di energia.


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