mercoledì 29 ottobre 2008

Rinnovabili, costano troppo ?

Talune persone, in buona fede, specialmente coloro che rispondono prevalentemente a logiche di tipo economico, sono molto scettiche di fronte alle energie rinnovabili basandosi sul principio che sono costose, intermittenti, a bassa resa, troppo incentivate, incapaci di soddisfare la domanda, insomma considerano l'apporto dato dalle rinnovabili di poco valore. Sono ovviamente le stesse che, in maniera a mio parere miope, spalleggiano le fonti nucleari, l'incenerimento dei rifiuti con recupero di energia, le biomasse, i biocarburanti, viste come unica alternativa immediata alla diminuzione della produzione da parte delle energie fossili convenzionali (petrolio, gas, carbone).

Le rinnovabili non hanno affatto un "valore" decisamente minore, caso mai hanno un "costo" decisamente maggiore, cosa comunque tutta da dimostrare nella prospettiva di un futuro non BAU (che non è un cane, ma significa "Busines as Usual") di aumento drammatico del costo per l'energia fossile. In ogni caso, l'insostenibilità dei costi é cosa già NON vera (allo stato attuale) per l'eolico, anche senza ricorrere troppo furbescamente all'accaparramento dei certificati verdi ...

Come ricorda sempre Maurizio Pallante, inoltre, le rinnovabili in se NON HANNO SENSO se non sono precedute dall'utilizzo di tecnologie a risparmio energetico. Ad esempio, riempire gli edifici scolastici di pannelli fotovoltaici non ha senso se prima non sostituiamo tutte le lampade con unità a basso consumo temporizzate, o non riusciamo a coibentare efficacemente il sottotetto e le aule per evitare troppe dispersioni termiche. Chiudere i buchi del secchio è molto più efficiente che cambiare il tipo di approvvigionamento dell'acqua, sempre per dirla alla Maurizio Pallante.

Il fatto che le rinnovabili siano intermittenti non ne riduce di per se il valore (gli elettroni sono sempre elettroni) caso mai complicano la gestione della nostra obsoleta infrastruttura di distribuzione la quale non è in grado assolutamente di modularne completamente l'utilizzo di modo tale che ogni KWh prodotto coincida assolutamente con il KWh consumato. Ciò avviene a causa dell'architettura distributiva della rete, il cosiddetto "equilibrio" di distribuzione, che è pensato per un sistema in cui poche grandi centrali forniscono energia a una miriade di tanti piccoli utilizzatori. Ciò tuttavia è un problema squisitamente tecnologico, NON fisico.

La valenza enorme delle rinnovabili, sta nel fatto che sono ... SOSTENIBILI, cioè risolti i problemi tecnici e accettati i relativi costi forniscono un apporto "virtualmente illimitato" allo sviluppo di una società ancora basata sull'energia elettrica. Semplicemente, le rinnovabili sono un INSULTO verso tutti coloro che non vogliono accettare l'idea (peraltro inevitabile perchè vera) che esistano dei LIMITI ALLO SVILUPPO, ai quali volenti o nolenti l'umanità si dovrà adattare. Con meno consumi, le rinnovabili danno un buon contributo, con gli sprechi attuali non lo daranno mai!

Capito che uno sviluppo energetico illimitato è un non senso, il costo delle rinnovabili non è più tale ma diventa una opportunità (di occupazione, di sviluppo tecnologico, di educazione, di cultura).

Sarebbe come dire: l'umanità è riuscita ad inviare sulla Luna una nave spaziale, non perché abbia banalmente investito tanto denaro e sostenuto dei costi, ma perché molte persone hanno lavorato d'ingegno affinché tutto ciò fosse possibile. Se fosse bastato del vile denaro per produrre un risultato come questo, avremmo dovuto comprare la tecnologia, che ne so, dagli abitanti di Giove, risparmiandoci tanti anni di costosi studi e di fatica intellettuale.

Insomma, il sunto è che esistono cose, come la sostenibilità e gli equilibri naturali, che oggettivamente non hanno prezzo, costano volontà politica e sacrifici, e pertanto in termini monetari non hanno nemmeno "costo".

La sostenibilità non ha prezzo, per tutto il resto c'è mastercard!

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