venerdì 10 ottobre 2008

In via di approvazione la nuova legge sugli agriturismi

Da almeno un paio d’anni si parla di riforma nel settore degli agriturismi: da una parte c’è chi li critica in quanto ritenuti ristoranti privilegiati che non pagano le tasse, dall’altro sono indicati come virtuose aziende agricole che possono fornire pasti sani ottenuti con i loro prodotti aziendali più eventualmente ricettività turistica con qualche posto letto.

A questo proposito la Regione Emilia Romagna, spinta dalle associazioni dei ristoratori i quali cominciano a vedere negli agriturismi una reale minaccia alle loro redditività, ha avanzato delle proposte di modifica dell’attuale legge. Naturalmente, le nuove norme per gli agriturismi saranno all’insegna della “tradizione, tipicità, e valorizzazione dei prodotti dell’agricoltura dell’Emilia- Romagna”. E’ questo infatti il titolo del nuovo progetto di legge per una disciplina degli agriturismi, approvato dalla Giunta regionale, che punta a “promuovere la qualità e la ruralità degli agriturismi della regione - spiega l’assessore all’agricoltura Tiberio Rabboni - con la convinzione che la loro caratterizzazione e distintività del tipo di offerta sia il punto di forza del settore”.

L'auspicio è che la regolamentazione del settore non spinga ad una eccessiva burocratizzazione dell'attività degli agriturismi. Da questo punto di vista l'intervento mediativo della legge regionale assomiglia come analogia a quanto sta succedendo per i mercatini hobbistici, con leggi ambigue che formalmente valorizzano il settore, mentre nei fatti servono a salvaguardare le rendite di posizione degli operatori tradizionali.

Il testo, in discussione all’Assemblea legislativa in questo periodo, prevede comunque vincoli più stringenti per garantire la qualità, controlli e sanzioni, incentivi per aumentare la ricettività delle strutture e promuovere la produzione agroalimentare regionale tipica.

“L’attività degli agriturismi è complementare a quella agricola”, sottolinea Rabboni. “Le nuove norme, nelle quali abbiamo tenuto conto di tutti gli interessi in gioco e del punto di vista delle associazioni di categoria, puntano a incentivare le scelte di qualità e la caratterizzazione dell’offerta agrituristica”. E' il solito burocratichese che significa "finora gli agriturismi sono stati troppo avvantaggiati fiscalmente rispetto ai ristoranti convenzionali, non possiamo ignorare gli interessi degli altri soggetti economici in concorrenza, è ora di dare un giro di vite al settore". Vediamo in dettaglio come si articola la legge:

Il titolare dell’azienda agrituristica in Emilia-Romagna dovrà essere un agricoltore e dedicare il numero maggiore di giornate lavorate all’attività agricola. Le strutture potranno essere create solo all’interno di edifici già esistenti. L’80% dei prodotti utilizzati per i pasti dovranno provenire dallo stesso agriturismo, da aziende agricole del territorio o essere composto da prodotti regionali a marchio controllato (doc e dop); e anche per la restante quota pasti e bevande dovranno provenire preferibilmente da artigiani alimentari della zona e riferirsi alla tradizione regionale.

L’attività di ristorazione non potrà superare la media mensile (e non più annuale) di 50 pasti giornalieri. Tale limite potrà essere elevato di due pasti aggiuntivi per ogni camera o piazzola presente nell’agriturismo, per incrementare la presenza di turisti e le occasioni di soggiorni nel territorio. Sono resi obbligatori nel triennio e più stringenti i controlli di Province e Comuni per verificare il possesso e la permanenza dei requisiti soggettivi e produttivi. Per chi non rispetta le regole sono previste multe.

La nuova disciplina incentiva la qualità attraverso la promozione dei club di eccellenza, dando loro la priorità nell’utilizzo delle risorse pubbliche regionali e comunitarie. I club potranno essere costituiti volontariamente dagli agriturismi che si impegnano a rispettare particolari disciplinari qualitativi (relativi alle caratteristiche architettoniche degli edifici, ai menù offerti, alla prevalenza di materie prime aziendali, ai servizi di accoglienza). Per esercitare l’attività agrituristica sarà sufficiente presentare al Comune e all’Ausl una dichiarazione di inizio attività.

Al 31 dicembre 2007 in Regione sono attivi 809 agriturismi che dispongono di 6544 camere e somministrano complessivamente 3.173.652 pasti annui.

Fonte: Corriere Cesenate

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un tuo commento se desideri contattare l'autore del post o discuterne il contenuto. Ricorda che sebbene la censura non piaccia a nessuno e i commenti non siano moderati mi riserberò il diritto di cancellarli qualora il contenuto sia volgare, irrispettoso, diffamante, off-topic, o semplicemente inappropriato.