venerdì 19 settembre 2008

Diga di Ridracoli: 10 anni di cambiamenti climatici ?

Nell'alto Appennino tosco-romagnolo, all'interno del parco delle foreste casentinesi, lungo il corso del fiume Bidente, s'innalza questo imponente manufatto al servizio dell'Acquedotto della Romagna, la diga di Ridracoli. (mappa) Questa grande opera d'ingegneria italiana, i cui lavori sono iniziati nel 1975, dopo 13 anni di studi, è stata completata nel 1982.

La diga ad arco ha un'altezza di 103,5 m. e una lunghezza di 432 m. Il lago a cui da vita ha una superficie di 1,035 kmq, l'invaso una capienza di 33 milioni di mc di acqua di alta qualità. Possiamo dire con certezza che se non fosse stata a suo tempo costruita (malgrado le contestazioni di allora) adesso la Romagna sarebbe veramente in grossi guai di approvvigionamento idrico, dato che i pozzi di falda sembrano essere sempre più incapaci di far fronte al vertiginoso aumento della domanda di acqua potabile, proveniente specialmente dalla affollata area costiera.

Recentemente il sito di Romagna Acque è stato ristrutturato con una nuova veste grafica, rivedendo ed ampliando le pagine contenenti i dati in tempo reale dell'invaso. Sono adesso consultabili tutti i dati storici dal 1999 fino a oggi riguardanti il livello igrometrico dell'invaso. Ho pensato di prendere le varie immagini ed incollarle in un unica sequenza, in maniera di avere con un unico colpo d'occhio l'andamento degli ultimi 10 anni, nella speranza di scorgere qualche particolare che potesse evidenziare una qualche traccia di cambiamento climatico.

L'anno 2007 è stato quello della "crisi idrica" romagnola, ove i sindaci erano ad un passo dall'emettere ordinanze (palliative) per il razionamento dell'acqua (tipo il divieto di lavare la macchina in giardino). In effetti si può notare dal grafico soprastante che il volume dell'invaso ha subito un "minimo storico" proprio nel 2007. Con mia grande sorpresa però, dal grafico si evince anche che il 2007 non è stato l'unico anno in cui si sono verificate vistose anomalie, nel 2002 la situazione era stata analoga se non peggiore. Ciò è strano considerando il fatto che non si ricorda il 2002 come anno problematico, bensì il 2003, storicamente noto per essere stato un anno record per quanto riguarda la siccità, con il livello del PO ai valori minimi, nonché temperature alte in maniera anomala (ricordate i morti in Francia per il caldo ?).

Ritornando al grafico sull'andamento dell'invaso, tolti i periodi del 2003 e 2007 caratterizzati da evidenti anomalie, possiamo ravvisare in questi dati una qualche "tendenza" che evidenzi un peggioramento del clima ?

Non voglio tediarvi certo con noiose elucubrazioni statistiche, non ne sarei nemmeno in grado, mi limiterò a qualche osservazione "a braccio". L'andamento stagionale della quota idrica, (a parte i due anni anomali), non sembra avere apprezzabili "shift" di fase, ogni anno assistiamo al consueto veloce riempimento dell'invaso in corrispondenza del mese di Dicembre, con un minimo periodico attorno ad Agosto, a seguito del maggior prelievo estivo e delle minori precipitazioni. Uno straccio di analisi però proverò a farla.

Portando tutti i dati su un banale "foglio Excel", è possibile calcolare con pochi click un andamento di tendenza lineare, su una media temporale pesata, ne risultano questi due grafici (con e senza gli anni 2002 e 2007 di anomalia):


Come sui può notare, c'è una pendenza non trascurabile decrescente sull'andamento medio del volume dell'invaso, ma tolti gli anni di anomalia la tendenza è assolutamente trascurabile. Da tutto ciò ne deduco due semplici considerazioni, se vogliamo piuttosto banali:
  • La crisi idrica del 2007 è stata largamente sovrastimata dai media
  • Non ci sono dati sufficienti per ravvisare previsioni di cambiamenti climatici radicali
I cambiamenti climatici, specie se locali e legati a fenomeni periodici e altamente non lineari, si manifestano non con un graduale deterioramento delle misurazioni (livelli idrici) quanto con una aumentata probabilità di incorrere in eventi (anni) anomali. Due anni di questo tipo su nove non possono certo dare alcuna indicazione attendibile sulla loro frequenza relativa, per quanto ne so potrebbero semplicemente essere distribuiti casualmente.

Se però si ripetessero in sequenza, le cose potrebbero presto cambiare, la frequenza di eventi anomali è ad esempio evidente negli uragani che in fila indiana stanno devastando i Caraibi, nonchè nelle irregolarità delle correnti fredde in Artico, globalmente gli effetti si vedono, ma localmente sembrano fluttuazioni casuali, per cui addirittura qualche punto della terra sembra trarne cambiamenti positivi (come il raffreddamento in Antartide).

Fare considerazioni globali partendo da misurazioni locali è quindi sempre molto fuorviante e pericoloso, anche senza invocare sciagure climatiche prossime venture il risparmio idrico è comunque una scelta intelligente che va perseguita, data la scarsità di acqua potabile di buona qualità che abbiamo a livello mondiale, in un mondo sempre più sovrappopolato ed incline a standard sempre più alti di benessere.

Nota: La foto di apertura del post è live in tempo reale come fornita dalla webcam di Romagna Acque

3 commenti:

  1. Grande lavoro, complimenti!
    Sarebbe interessante confrontarlo con l'andamento dei valori di temperatura della zona (e magari anche di CO2)

    Un aumento anche di pochi gradi di temperatura provoca, come si sa, un aumento notevole di evaporazione soprattutto nel terreno, desertificando le zone, anche se il livello dell'acqua cala di poco.

    RispondiElimina
  2. Lavoro molto interessante, Paolo. In effetti, sembrerebbe coerente con quello che diceva il mese scorso un mio collega che lavora con gli impianti mini-idroelettrici, che la quantità assoluta di precipitazioni è cambiata molto poco, quello che è cambiato è la distribuzione: piove meno frequentemente e con maggiore intensità. Nella pratica, i suoi impianti producono oggi circa la metà di quanto non producessero venti anni fa. Comunque, lui guadagna cinque volte di più! La diga di Ridracoli, invece, è a bacino e non ad acqua fluente, dunque risente poco della variazione della frequenza delle precipitazioni.

    RispondiElimina
  3. a ottobre dello scoso anno verso la fine era già deciso in regione che in romagna si doveva razionare l'acqua poi la regione ha pensato di aspettare ancora qualche giorno e le previsioni gli hanno dato ragione.
    è notizia di questi giorni che il bidente ha poca acqua e quella che esce dai rubinetti ha un odore più forte rispetto ai giorni e mesi passati.
    oltre ai cambiamenti climatici che indicano un raffredamento della parte nord dell'europa dovuto alla dolcificazione del mare a causa dello scioglimento dei ghiacci è necessario modificare il comportamento nell'uso dell'acqua quotidiana civile e commerciale.

    RispondiElimina

Lascia un tuo commento se desideri contattare l'autore del post o discuterne il contenuto. Ricorda che sebbene la censura non piaccia a nessuno e i commenti non siano moderati mi riserberò il diritto di cancellarli qualora il contenuto sia volgare, irrispettoso, diffamante, off-topic, o semplicemente inappropriato.