martedì 10 giugno 2008

Gomorra, il film

Ieri sera sono andato a vedere il film Gomorra, tratto dal libro di Saviano. Un film crudele, asciutto, che ti proietta all'inferno per due ore intere. Tanti film hanno narrato di storie dure e ambienti degradati, ma c'è qualcosa in questo Gomorra che ti coinvolge in maniera unica e singolare. E' l'idea che quello che stai guardando, pur trasfigurato dalla rappresentazione cinematografica, è una breccia su una mostruosa realtà. Una umanità senza speranza, che alimenta nello spettatore una intensa e potente indignazione civile.

I colpi di pistola non hanno eco, si muore con un tonfo silenzioso, senza alcunché di plateale, e nessuno se ne cura, è affare della Camorra. Al termine dello spettacolo, rimane l'amarezza di fingerci arrabbiati solo per sentirsi migliori, portatori di una civiltà che quei luoghi ameni come le Vele di Scampia, Secondigliano, Casal di Principe, forse non conosceranno mai. In realtà si rimane semplicemente impotenti ed affascinati di fronte ad un modo di vivere così cattivo ed arrogante quanto imperscrutabile e difficile da valutare nella sua infinita complessità.

Più volte mi sono ritrovato a pensare se i boss dei Casalesi o i trafficanti di armi e droga che infestano quei luoghi vedessero questo film cosa potrebbero pensare, sono disposto a credere che ne potrebbero pure risultare orgogliosi e glorificati. Una parte del film parla di ecomafia e di rifiuti tossici, con la magistrale interpretazione di Toni Servillo, mentre rassicura le aziende del nord di fare tutto in regola con le carte "clean", mentre in realtà sotterra a basso costo nel casertano i fusti contenenti schifezze arrivando di notte con i camion all'interno di una cava.

Guarda caso la cava che si vede nel film è proprio quella di Chiaiano dove si vorrebbe tumulare il frutto della vergogna della nostra società dello spreco.

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