venerdì 14 marzo 2008

Nuove elezioni, fra curiosità e sgomento

Anche questa mattina, come ogni mattina del resto, appena alzato dal letto ho ammirato il mio adorabile cane pazientemente seduto ad implorare che terminassi alla svelta il rito della vestizione. Vuole con tutta evidenza essere portato a spasso per espletare i suoi bisognini. Non so se avete mai notato, chiunque possiede un cane certamente lo avrà fatto, con quale sguardo ti guarda il tuo cane quando ti stai vestendo. In quello sguardo c'è un misto di curiosità e di sgomento, ti segue con gli occhi come se quell'azione (per noi tanto semplice, infilarsi una camicia, allacciarsi le scarpe) fosse di una complessità inaudita. Per un cane certamente lo sarebbe, sovente inizia a punzecchiarti perché non riesce proprio a capacitarsi del fatto che fino a quando tutta quella sequenza di incredibili azioni non è completata il padrone mai e poi mai lo porterà alla porta per la passeggiata. Ma noi uomini, mica possiamo uscire in strada nudi!

Ebbene, stamattina stavo pensando al fatto che siamo in pieno periodo elettorale, come appena svegliati da una lunga sonnolenza di banale governo, e quel cane siamo noi! Il politico inizia (cosa per noi comuni elettori incomprensibile) il suo rito di vestizione di consenso popolare, armeggia, si mobilita, dimentica tutto e tutti per concentrarsi su quell'unico compito... prepararsi al meglio per le elezioni. E noi, poveri cittadini (cani), restiamo li, senza riuscire a cogliere granché dell'assoluta necessità delle complesse operazioni che stanno compiendo. Nello sguardo la curiosità per i nuovi candidati e quel tipico sgomento per ogni diachiarazione di coloro che non ci piacciono. Stiamo seduti davanti alla TV, infarciti di Ballarò e di Anno Zero (Bruno Vespa per i più perversi), fino a che il padrone non ci fa un cenno... sono stato finalmente eletto, ora posso lavorare per voi!

Così come pensa il cane scrutando il padrone compiere quell'incomprensibile rito della vestizione, così il cittadino non si capacita del come si possa perdere tanto tempo prima di avere quello straccio di provvedimento tanto agognato per ridurre la precarietà del lavoro, incrementare i salari, salvare l'ambiente, migliorare la salute pubblica, garantire la sicurezza, etc.etc.

Macché, dobbiamo aspettare, completato il rito (forse) ci porteranno fuori di qui per soddisfare i nostri "bisognini" di cittadino, noi non possiamo capire che ciò che fanno ora è necessario anzi indispensabile, ed ogni altra attività totalmente inopportuna e fuori luogo in questo contesto. Taluni la chiamano democrazia, ed in effetti è proprio così.

Tuttavia, se le elezioni amministrative e comunali si tengono ogni quattro anni, possiamo permetterci di stare un anno su quattro a guardare senza avere un governo che prende decisioni ? E' davvero così indispensabile nell'anno precedente le elezioni (mi riferisco alle prossime elezioni comunali a Cesena del 2009) stare seduti e ridursi a piccoli cuccioli imploranti ed impotenti ogni qualvolta si chiede all'amministrazione di compiere qualche piccolo o grande sforzo progettuale ?

Se ne riparla dopo il cambio di giunta, ovvero quando abbiamo finito di indossare i vestiti elettorali e siamo pronti ad uscire. Nel frattempo aspetta e sp(H)era. Quando ci viene riferito ad esempio che il progetto del "porta a porta" a Cesena non può partire perché siamo sotto elezioni e se ne riparlerà con la prossima giunta, mi sorge il dubbio se non ci stanno trattando davvero come cani imploranti (e Cesena è 10 anni che aspetta).

In conclusione, terminando questa troppo lunga metafora, fra pochissimi giorni arriverà la risposta del sindaco Conti riguardo alla nostra petizione sul progetto del "Porta a Porta" a cesena, e mi è venuto uno sconcertante pensiero:

Se vogliono continuare a vestirsi per un anno intero...
stavolta glela faccio davvero sul tappeto!!

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